Nuova giornata di formazione all’Istituto Alberghiero di Ladispoli, martedì 22 gennaio. Tema: la produzione della birra artigianale studiata in un caso di imprenditoria territoriale che ha assunto da anni rilevanza e risonanza internazionale.
Tradizione e innovazione come binomio vincente di una realtà e di un marchio con una vita ormai ultradecennale. Il glocal applicato ad un prodotto di largo consumo, che tuttavia deve sapersi rinnovare continuamente per sostenere la sfida della competitività. “Il nome della nostra società è BIRRADAMARE – spiegano i fondatori Elio Miceli e Massimo Salvatori, cui si è poi aggiunto il Mastro Birraio Ioan Bratuleanu – e che lo si legga ‘birra da amare’ o ‘birra da mare’ non si sbaglia. Nasciamo infatti nel 2004 in riva al mare di Roma grazie all’amore (ed alla passione) per la birra fatta con metodi artigianali nel Brew Pub di Ostia”. Orgoglio e gioiello dello scenario enogastronomico del Municipio X della Capitale, il BOA (Birrificio Ostiense Artigianale) è divenuto nel tempo una vera e propria ‘Istituzione’ del settore. Al 2010, ha ricordato il fondatore di fronte alla platea degli studenti dell’Alberghiero, risale l’apertura e l’avvio di uno stabilimento a Fiumicino, che arriva ad una produzione di 600.000 litri di birra all’anno, destinati al mercato italiano e internazionale (Giappone, Australia, U.S.A. e Thailandia). “Nel nostro Istituto – ha affermato il Prof. Renato D’Aloia, Docente di Ricevimento dell’Istituto Professionale di via Federici – puntiamo da sempre a far conoscere le realtà produttive di eccellenza del territorio. La formazione degli studenti deve comprendere anche le tradizioni locali, anche e soprattutto quando queste si sposano alla ricerca continua dell’innovazione”. Dal 2012, ‘Birradamare’ è diventata una società agricola con 10 ettari di terreno ad Ostia antica, area in cui viene seminato e raccolto l’orzo che viene successivamente trasferito alla malteria di Pomezia per la lavorazione. Non solo impresa, però, ma anche sensibilità e attenzione costante all’educazione dei consumatori con il programma ‘Bevi consapevole’. 3 marchi, 17 tipi di birra divisi in 4 categorie: ambrate, bionde, insolite e scure. Molti i riconoscimenti arrivati nel tempo, fra cui una Medaglia d’oro da Bruxelles nel 2012. Senza dimenticare i più fragili: ‘Birradamare’ ha sostenuto, infatti, nel 2014, anche il progetto della Fondazione ‘Dalia blu’, nata allo scopo di offrire a giovani affetti da autismo l’opportunità di realizzarsi nel mondo del lavoro. Ogni sabato mattina, ‘Birradamare’ apre le porte del suo birrificio di Fiumicino per far conoscere a tutti gli appassionati le sue strutture e le sue attività.
E il 12 febbraio gli studenti dell’Alberghiero hanno ricambiato la visita. Accompagnati dai docenti Michele Comito e Renato D’Aloia hanno raggiunto il Birrificio di Fiumicino, visitandone le strutture. Ad accoglierli è stato Giacomo Anania. Lo stabilimento si estende per 2.500 metri quadrati, nella campagna di Fiumicino, a pochi metri da Ostia antica. All’interno del birrificio è presente un laboratorio nel quale viene effettuato il controllo chimico dell’intero processo produttivo, i cui risultati vengono successivamente verificati da altri laboratori accreditati. Uno specifico software, inoltre, garantisce la tracciabilità della produzione dal seme d’orzo al cliente finale. Una particolare attenzione viene dedicata, ovviamente, alla scelta delle materie prime, come l’acqua, il luppolo, il lievito e, soprattutto, il malto d’orzo. “La quasi totalità della produzione – è stato spiegato agli allievi – avviene dal 2013 utilizzando il malto d’orzo che seminiamo e coltiviamo nei nostri campi della campagna romana, a dimostrazione concreta del forte legame con il territorio e della nostra volontà di mantenere la nostra terra produttiva”.
“La nostra filosofia? – spiegano i fondatori – Produrre birra artigianale di qualità e senza compromessi, cioè produrre birra integrale non pastorizzata, con amore e fantasia, a stretto contatto con il territorio, scegliendo e verificando la provenienza degli ingredienti con attenzione maniacale…insomma fare birre con il cuore!”.
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