E’ una gara di solidarietà quella che vede protagoniste le scuole italiane, pronte ad accogliere gli studenti ucraini in fuga dall’orrore della guerra. Anche l’Alberghiero di Ladispoli sta organizzandosi per offrire il proprio contributo, mettendo a disposizione strutture e professionalità. “Siamo costantemente in contatto con l’Assessore comunale alla Pubblica Istruzione Fiovo Bitti per predisporre gli interventi e le strategie di integrazione più adeguate. – ha dichiarato la Dirigente scolastica dell’Istituto di via Federici Prof.ssa Vincenza La Rosa – Alcuni degli allievi appartenenti alla fascia anagrafica relativa alle Scuole Superiori saranno accolti nei laboratori di Sala e Cucina e impegnati inizialmente in attività formative di tipo pratico, accanto ai nostri studenti. In una prima fase ci avvarremo delle conoscenze linguistiche della Prof.ssa Donatella Di Matteo, Docente di Sala, che ci aiuterà come mediatrice e interprete. Il Ministero dell’Istruzione ha recentemente emanato una Nota contenente le prime indicazioni relative all’accoglienza scolastica degli studenti ucraini esuli. Si tratta di una nuova situazione di emergenza che richiede di mettere in campo con la massima tempestività tutte le azioni indispensabili ad un’efficace integrazione degli allievi nel tessuto sociale della comunità e del territorio. Ma è nostro dovere di educatori individuare anche le migliori strategie didattiche e pedagogiche finalizzate a garantire percorsi autenticamente inclusivi. A questo scopo abbiamo già costituito cinque gruppi di accoglienza che vedranno il mio coordinamento e saranno guidati dai docenti Renato D’Aloia, Paolo Ferranti, Valeria Mollo e Carmen Piccolo”.
La Nota Ministeriale n. 381 del 4 marzo 2022, per assicurare un adeguato supporto psicologico agli studenti in arrivo e alle loro famiglie, assegna alle Istituzioni scolastiche un primo fondo di 1.000.000 di Euro, richiamando i docenti e tutto il personale delle scuole alla necessità di garantire l’integrazione ponendo attenzione ad ogni bisogno psicologico, affettivo e relazionale “connesso alla condizione di giovani profughi, a partire dalla necessità di mantenere i legami con altre persone della propria comunità o con le famiglie presso cui trovano accoglienza, in una prospettiva di continuità fra tempo scuola e tempo extra-scuola”. Ma la Nota propone anche prime indicazioni di tipo metodologico-didattico (peer education e peer tutoring, utilizzo di materiali bilingue o in lingua madre), sollecitando gli Uffici territoriali a coordinare le iniziative delle scuole e degli Enti Locali per l’attivazione di interventi di mediazione linguistica e culturale che favoriscano l’interazione e la comunicazione interpersonale.
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