COMUNICATO STAMPA ISTITUTO ALBERGHIERO LADISPOLI 21-6 2018
LUOGHI DELLA STORIA
IL CAMMINO DEGLI STUDENTI DELL’ALBERGHIERO DI LADISPOLI ALLA SCOPERTA DEL PASSATO
Lezioni concluse, tempo di esami e di bilanci: le scuole italiane continuano a lavorare. Moltissime le iniziative e i progetti che si sono svolti all’Istituto Superiore ‘Giuseppe Di Vittorio’, anche in collaborazione con l’Arma dei Carabinieri e le altre Forze dell’Ordine.
“Crediamo nell’azione sinergica fra i diversi soggetti che operano nella società a difesa della ‘cultura delle regole’ – ha affermato la Dirigente Scolastica dell’Istituto Alberghiero di Ladispoli, Prof.ssa Vincenza La Rosa – Promuovere la cultura della legalità, favorire l’educazione al senso civico, diffondere i valori della cittadinanza attiva e della democrazia, accrescere la consapevolezza della dimensione storica che dà sostanza alla nostra identità, anche e soprattutto in un anno ricco di anniversari come il 2018: sono questi i valori che perseguiamo e che condividiamo con l’Arma dei Carabinieri”.
Nel corso dell’anno scolastico, gli allievi dell’Alberghiero hanno visitato la Caserma di Viale Giulio Cesare, accompagnati dalla Prof.ssa Annalisa Picconi, Docente di Letteratura e Storia dell’Istituto Professionale di via Federici.
Dalla nascita di Nelson Mandela, all’entrata in vigore della Costituzione, dalla Dichiarazione Universale dei diritti dell’uomo al movimento del Sessantotto, dall’assassinio di Martin Luther King all’inizio del pontificato di Giovanni Paolo II e l’elenco potrebbe continuare a lungo: moltissime le date con il numero 8 da ricordare quest’anno.
“100 anni fa – ha sottolineato la Prof.ssa Picconi – aveva fine la Prima Guerra Mondiale. L’11 novembre 1918, nei boschi di Compiègne, in Piccardia, la Germania firmava l’armistizio con le potenze alleate: una resa senza condizioni che costringeva i Tedeschi al ritiro da tutti i territori occupati, alla consegna del materiale bellico, all’evacuazione delle colonie e al pagamento dei danni di guerra. Nel corso dell’anno abbiamo avuto modo di ricordare il ruolo straordinario giocato dall’Arma dei Carabinieri durante il Primo Conflitto Mondiale, con una forza complessiva – è stato ricordato – di 65 Ufficiali e 2.500 fra Sottufficiali e truppa, al comando del Colonnello Antonio Vannugli. Ma a queste unità si aggiunsero un Gruppo Squadroni, 257 Plotoni autonomi e 168 Sezioni, per un totale di 500 Ufficiali e 19.816 Sottufficiali e Carabinieri, che agirono non solo nelle retrovie, ma anche nelle posizioni di prima linea, ai posti di medicazione, agli sbocchi dei camminamenti, nei punti di passaggio obbligato, lungo le strade e le direttrici di marcia delle truppe operanti. Esecuzione dei bandi per i militari e per le popolazioni civili, recapito di ordini, servizi di sicurezza in sosta ed in marcia, polizia giudiziaria per i reati militari e comuni, vigilanza sanitaria, assistenza ai feriti, ordine interno dei centri abitati, sicurezza delle comunicazioni, prevenzione e repressione dello spionaggio: questi erano i compiti assegnati ai Carabinieri, oltre a quelli di Arma combattente”.
Corpo molto amato dai cittadini, i Carabinieri furono istituiti da Vittorio Emanuele I nel 1814 con il duplice scopo di tutelare la sicurezza pubblica e assicurare la difesa del Regno Sabaudo. A primo Comandante dei Carabinieri fu designato il Generale di Armata Giuseppe Thaon di Revel di Sant’Andrea, che si avvalse della cooperazione del Colonnello Provana di Bussolino. Armati di carabina (da qui il nome), i Carabinieri erano capillarmente distribuiti sul territorio e fu proprio questo stretto contatto con la popolazione a decretare, nel tempo, il successo dell’Arma.
Nel Lazio, il Corpo dei Carabinieri arrivò nel 1870. Dalla sua istituzione ha attraversato e accompagnato tutti gli eventi storici del Paese: dal Risorgimento alle due guerre mondiali, dalla lotta antimafia alle missioni internazionali di oggi.
Nel corso della Prima Guerra Mondiale, i Carabinieri si distinsero nelle battaglie dell’Isonzo, del Carso, del Piave, sul Sabotino, sul San Michele ed in particolare nei combattimenti sulle pendici del Podgora. Ma i Carabinieri ebbero un ruolo importantissimo anche dopo il 25 luglio del ’43, nella Resistenza e nella Guerra di Liberazione italiana. Solo per fare qualche nome e un esempio il 15 novembre 1943, il Ten. Colonnello Marco Bianco ebbe l’incarico di leggere, dai microfoni di Radio Bari, un radiomessaggio che incitava i militari presenti nei territori occupati dai Tedeschi a combattere le truppe d’occupazione, salvaguardando, però, la popolazione civile dal rischio di rappresaglie. E fu proprio questo tipo di preoccupazione, che ha sempre caratterizzato l’azione dei Carabinieri in tempo di pace come in quello di guerra per tutta la loro storia plurisecolare, che portò al martirio a Torre di Palidoro, il Vice Brigadiere Salvo d’Acquisto. “Del resto – ha sottolineato la Prof.ssa Picconi – la stessa Caserma di viale Giulio Cesare, che ci ha ospitato a marzo, è intitolata alla memoria della Medaglia d’Oro al Valor Militare Capitano Orlando De Tommaso, caduto nella difesa di Roma il 9 settembre 1943”.
“Il nostro viaggio nel passato – ha aggiunto la Prof.ssa Picconi – si è concluso al Museo storico della Liberazione di Roma, sorto in via Tasso, negli stessi locali in cui vennero reclusi e torturati dalle S.S. oltre 2000 antifascisti, molti dei quali furono poi fucilati a Forte Bravetta o uccisi alle Fosse Ardeatine: autentici luoghi della memoria e dell’anima, dallo straordinario potere evocativo. Crediamo fermamente che la conoscenza e l’apprendimento della storia debbano passare da qui”.
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